Gli strafalcioni di Salvini sull’attentato a Kabul
Scusate, ma ho letto in un vostro post che l’intelligence Usa e Uk sono convinte che gli autori dell’attentato a Kabul siano dell’Is, mentre per Salvini sono stati i talebani. Quel che non capisco è: con che coraggio avete usato la parola intelligence e Salvini nella stessa frase?
Antonio di Pietro
Ha ragione: è un ossimoro.
M. Trav.
Con i talebani si deve dialogare, ma guai a dirlo
Gli attentati all’aeroporto di Kabul (tra le vittime anche un alto numero di miliziani talebani), dimostrano che il vero pericolo per l’Occidente è rappresentato dall’Is e non dai talebani, con i quali in nome e per conto del realismo politico, bisogna dialogare. Conte da autentico statista ha sostenuto tale posizione ed è stato massacrato dai media italioti, che per l’ennesima volta hanno manifestato la loro vera essenza di analfabeti politici. Stendiamo, altresì, un velo pietoso sulle deliranti dichiarazioni del “cucuzzaro” destrorso, compresi i nani di “Italia più morta che Viva”, folgorati sulla via del “rinascimento arabo”.
Maurizio Burattini
Gli integralisti non sanno apprezzare la bellezza
I talebani proibiscono la musica e la visione del volto delle donne. Cioè la fonte delle emozioni più forti che l’armonia può suscitare. Talmente forti da annullare la paura, l’elemento fondativo di ogni religione fondamentalista. Il cristianesimo ha avuto momenti simili di mortificazione del “bello che distrae”, con l’imposizione del velo alle donne in chiesa e la loro antica segregazione nei matronei. Mentre la musica non è stata vietata, ma costretta in un filone sacro – per lo più “gregoriano” – severo nelle voci prevalentemente maschili, in armonia basiche senza l’accompagnamento di strumenti (“a cappella”). L’impatto con la laicità con il mondo cattolico ha sciolto questa diffidenza tra elevazione spirituale e piacere dell’armonia. Quanto ci vorrà all’Islam più severo per non perseguitare più il bello?
Massimo Marnetto
La scienza procede per errori (non dogmi)
Non sono un no-vax, ma con il ragionamento di alcuni lettori per cui i no-vax dovrebbero pagarsi le cure sanitarie se ricoverati, penso che anche chi fuma, beve, non mette le cinture e provoca un incidente, dovrebbe pagarsi le cure. Siamo alla follia, a parte chi strilla senza grosse motivazioni, penso che chi solleva dei dubbi faccia un enorme favore alla scienza che su dubbi e sperimentazione si basa. Non su atti di fede a prescindere, che ingrassano chi sta facendo miliardi di utili per gli azionisti e fregandosene degli altri.
Nanni Giorgio
Farmaci, confezioni e code ingiustificate
Ho 79 anni e da vari anni devo prendere, tutti i giorni, quattro farmaci per la pressione arteriosa. Purtroppo, il contenuto per scatola varia per ognuno dei farmaci, con il risultato che sono spesso in farmacia. Questa situazione, ripetuta per qualche decina di milioni di cittadini italiani, fa sì che le farmacie siano spesso intasate da utenti che magari devono acquistare un solo farmaco. Suggerisco quindi alle case farmaceutiche italiane, di confezionare tutti i farmaci che hanno un lungo utilizzo nel tempo, in scatole da 30 compresse. In tal modo, alcuni milioni di cittadini risparmieranno un bel po’ di tempo e non intaseranno le farmacie.
Sergio Cannaviello
L’assenza di Calenda alla festa del “Fatto”
Caro direttore, appena letto la ferale notizia dell’assenza di Carlo Calenda alla festa del Fatto sono impallidito e, subito, sono stato preso da un attacco d’ansia. Devo dire che lei, purtroppo, sottovaluta l’importanza della presenza di Calenda. Non si rende conto di cosa significhi, tra un intervento serio ed un altro, una pausa per poter raccogliere le idee e riflettere. Un momento in cui non si dice nulla che aiuta la concentrazione e la preparazione all’ascolto dell’intervento successivo. lo non so se riuscirò a sopportare la mancanza di quella sensazione di degrado cognitivo e regresso conoscitivo procurato da ogni intervento di Calenda. La prego di non sottovalutare mai più il ruolo di pausa nel dibattito politico che Madre Natura ha sapientemente donato a quest’uomo.
Gianluca Pinto
Scuole di partito: Renzi come Gambadilegno
Leggo che Renzi caccia Bossi da Ponte di Legno e apre la sua Scuola politica. Cioè, Iv che fa formazione politica mi ricorda un numero di Topolino in cui Pietro Gambadilegno teneva corsi alla Banda Bassotti. Ovviamente qui Renzi farebbe da direttore. Ogni commento è inutile.
Diego Tummarello