Covid: monoclonali e cure alternative
Mi rivolgo al dottor De Bari firmatario de “Lo dico al Fatto” pubblicato ieri che trovo in larga parte condivisibile. Tuttavia molti fra i suoi colleghi sono scettici rispetto l’obbligo di fatto della somministrazione dei vaccini Covid attualmente approvati in Europa, perché si tratta di terapie geniche non sufficientemente sperimentate e i cui effetti secondari, al di là di quelli immediati, sono da valutare sul lungo periodo.
Resistono inoltre all’obbligo di fatto di somministrazione, perché sono disponibili cure farmacologiche alternative (anticorpi monoclonali) e perché l’ospedalizzazione non pesa sul Sistema sanitario nazionale più della somministrazione dei vaccini alla popolazione.
Riflettere su dove finiscono i soldi spesi per le ospedalizzazioni e quelli spesi per i vaccini sarebbe interessante, ma forse non fondamentale. Ritengono altresì che spesso i protocolli Covid prevedono il ricovero di pazienti che possono essere trattati in sicurezza a domicilio cosa che alleggerirebbe gli ospedali. La loro posizione è che il vaccino debba essere un’opzione di cui possano avvalersi tutti coloro che lo desiderano e non un Tso. Le sembra una linea “no-vax”? Perché la sua posizione in qualità di medico sia da ritenersi più autorevole di quella dei suoi colleghi che sostengono quanto sopra, non è chiaro.
Silvia Toniato
Bernard-Henri Lévy non aveva il petto villoso
Direttore non ci siamo! Sono certo che Bernard-Henri Lévy le farà causa e sono disposto a sostenere le spese legali del filosofo, tanto si vince facile. Lei non può affermare impunemente che abbia il “petto villoso”, perché ciò è falso: il “Bernard-Henri Lévy, petto” è valorizzato dalle candide camicie sbottonate, da sempre riconosciuto quale il più bel décolleté di Francia e forse d’Europa. Roba da matti: informazione asservita ai talebani…
Giovanni Boccedi
Chiedo venia e mi batto il petto.
M. Trav
Salvini tuona. Lamorgese “trema” a suon di mojito
Salvini ha tuonato contro Lamorgese: “Deve fare il ministro dell’Interno!”. Lei si è preoccupata, avendo cotanto predecessore, di prenotarsi subito un posto al Papeete, dove consumerà tanti mojitos. Sarà soddisfatto il grande lavoratore?
Fabrizio Virgili
Vaccini: no alle tifoserie, meglio porsi domande
Si vuole dividere il mondo in pro e no-vax. Lasciando perdere polemiche del tipo “non tutti i medici sono d’accordo con la vaccinazione a tappeto, come il premio Nobel Montaigner”, bisogna chiedersi se: 1) è giusto spendere tutti i (nostri) soldi per vaccinare chi corre rischi quasi nulli come i giovani, oppure se non sarebbe meglio usarli per migliorare la ricettività delle strutture ospedaliere a vantaggio di tutti i malati. 2) Se il vaccino può debellare il virus trasformandolo in un raffreddore o se le mutazioni possono mantenere o peggiorare la situazione attuale, come al momento indicano i dati (anche relativi ai paesi con più vaccinati). Ancora non mi capacito di come alcuni medici facciano l’associazione “vaccinato = sano”, “non vaccinato = malato”: se così fosse i pro-vax non potrebbero essere infettati e non dovrebbero avere nulla da temere… e a quel punto, a cosa servirebbe il Green pass?
Giorgio
Durigon ancora in sella e le istituzioni tacciono
Caro direttore, mi chiedo quale ignominia deve commettere un rappresentante delle istituzioni per essere cacciato a calci in culo dal governo del premier dei “migliori” che, a quanto pare, gradisce fare favori alla destra filofascista. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non è il garante dei valori della Costituzione: antifascismo, dignità, onore? E la stampa che fine ha fatto? Tutto tace, tranne la vostra voce, sempre più forte, autorevole e libera.
Giancarlo Faraglia
La memoria distorta e corta dell’Occidente
Sui talebani i mezzi d’informazione non lesinano commenti che confermano la loro “cattiveria”. Eppure non sono stati i talebani a inventarsi prove fasulle per attaccare l’Iraq, non sono stati loro a gettare nel caos la Libia, o a tirar giù le Torri Gemelle. Noi occidentali vediamo i fatti attraverso il vetro distorto della nostra supponenza: “noi siamo i buoni” quindi i cattivi sono gli altri. Quando un islamista uccide dei civili è un “terrorista che fa strage di innocenti”, quando le nostre bombe fanno strage di donne e bambini, si tratta di “danni collaterali”. Finché regnerà l’ingiustizia non ci sarà la pace, ma alla fine il momento di pagare il conto arriva sempre, cerchiamo di redimerci e cambiamo atteggiamento, seguiamo l’esempio di Gino Strada non per “buonismo”, ma perché è il solo modo di salvare noi e il futuro.
Mauro Chiostri
Le paralimpiadi sono un messaggio di rivalsa
Mi piacciono le paralimpiadi perché sono soprattutto rivalsa sui propri limiti. Sono lotta tra rassegnazione e determinazione. Quello che ci offrono questi atleti non è un fisico scultoreo, ma una gigantesca forza di volontà. E un messaggio: tutti possiamo aumentare – con le doti che abbiamo – le nostre possibilità.
Massimo Marnetto