Sono 186.571 i dipendenti scolastici (docenti e personale Ata) che non hanno ancora effettuato neanche una sola dose di vaccino: si tratta del 12,82 per cento del totale, come spiega il report sulle vaccinazioni diffuso ieri dal commissario per l’emergenza. Il generale Figliuolo aveva chiesto alle Regioni di ricevere entro il 20 agosto i dati di dettaglio e, fanno sapere dalla struttura commissariale, servirà ancora del tempo per analizzare le cifre comunicate. Intanto, a soli dieci giorni dall’avvio dell’anno scolastico, la situazione non sembra essere migliorata, anzi. E i dati sulle vaccinazioni dei docenti nelle varie Regioni tracciano scenari assai problematici, con punte di assenza di prima dose in più del 40 per cento della platea. Ma andiamo con ordine e partiamo dalle proteste.
Come se non bastasse, nelle scorse ore, i sindacati della scuola di Cgil, Cisl, Uil e Snals, hanno richiesto un incontro urgente con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi (minacciando di togliere la loro firma dall’accordo) per ‘protestare’ contro le modifiche al protocollo di sicurezza redatto per il rientro. Una confusione, tra pubblicazioni e precisazioni, che ha fornito un buon gancio di protesta: il 6 agosto viene infatti pubblicato il dl 111/2021 che introduce il green pass obbligatorio per il personale scolastico. Poi, il 14, viene sottoscritto il protocollo sulla sicurezza che prevede la creazione di un fondo “per consentire di effettuare tamponi diagnostici al personale scolastico”.
La frase viene interpretata dai sindacati come la possibilità di effettuare tamponi gratuiti per tutto il personale, pure per l’aggiornamento del green pass. Il 18 agosto, però, è pubblicata una nota di accompagnamento al protocollo che specifica che i tamponi gratuiti sono riservati solo al personale “fragile”, esentato dalla vaccinazione con regolare certificazione medica. “Il complesso di questi atti, che hanno evidenti ricadute sul rapporto di lavoro, non sono stati minimamente condivisi con le OO.SS.”, hanno denunciato in una nota i sindacati. L’incognita del personale non vaccinato è spaventosa per la continuità scolastica: dopo cinque giorni di assenza, ai docenti senza certificato verde saranno infatti sospesi l’insegnamento e lo stipendio. Sempre secondo i dati del report diffuso ieri, la Sardegna è tra le Regioni con il maggior tasso di personale che non ha ricevuto neanche la prima dose, intorno al 32% della platea. In Sicilia si sale addirittura al 42 (anche se ieri dalla Regione parlavano di meno del 20%) e ancora la Calabria con il 30, il Piemonte con il 21 insieme a Umbria e Toscana.
Solo a Firenze sono state raccolte 2 mila firme contro l’obbligo del green pass a scuola. Sono tra l’8 e il 9 % le prime dosi ancora mancanti in Liguria, Marche e Lombardia.
Con questi numeri serve a poco il tentativo del ministro Bianchi, ieri dalle pagine di Repubblica, di rassicurare tutti con una lettera in cui, tra la necessità del green pass e la conta degli stanziamenti, ha parlato dell’assunzione di 46 mila nuovi docenti a fronte dei soli 20 mila dello scorso anno. Un conto che, a onor del vero, va ricondotto per lo più al concorso straordinario voluto e indetto dall’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Comunicativamente sembra essere di fronte al tentativo di acquisire un vantaggio sulla narrazione di quanto fatto in vista di un settembre più che turbolento. Anche l’ipotesi dei tamponi a campione sugli studenti, circolata ieri, riguarderà per lo più le regioni che in autonomia lo facevano già. Il tentativo di renderlo sistematico, infatti, era già naufragato a dicembre scorso nonostante la disponibilità dichiarata sia dalle Regioni che dal ministro Speranza.
Protestano, nel mentre, anche i presidi. “A dieci giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico l’avvio è pregiudicato da problematiche a cui non è stata ancora fornita una soluzione efficace e univoca – ha detto ieri il presidente dell’Associazione nazionale, Antonello Giannelli –: si tratta di questioni complesse che devono essere affrontate a livello nazionale”.
A preoccupare è il carico di nuove incombenze che arriverà agli istituti e al personale: dal controllo quotidiano, attraverso app, del possesso della certificazione verde alla sostituzione del personale assente per il suo mancato possesso. “Non ci sono poi – continua Giannelli – indicazioni certe sul termine di durata del contratto di supplenza”. E ancora, sui tamponi al personale: “A quale indicazione dovranno attenersi i dirigenti, a quella contenuta nel protocollo o a quella riportata nella nota successiva? E se le scuole devono effettuare lo screening, chi ne decide la cadenza e i destinatari? Sarà effettuato su richiesta del dipendente o sarà il dirigente scolastico, d’accordo con le autorità sanitarie, a determinarne cadenza e possibili beneficiari?”. Il tempo, oramai, stringe davvero.