Strada, il medico che “riparava”gli uomini
Negli ospedali di Emergency nessuno chiedeva a un ferito da che parte era o se aveva i soldi per un intervento al cuore. Entrava in sala operatoria e veniva “riparato” con la massima cura. Strada ha fatto della chirurgia di emergenza la sua risposta contro le guerre. Con il suo libro Pappagalli verdi, ci ha portato nell’orrore delle amputazioni infantili e nei crimini di guerra verso gli ultimi che non hanno voce, ma solo una bara fatta di un cencio insanguinato e poche pietre per tomba. Strada denunciava, polemizzava, curava. Se c’è un paradiso non lo vedranno mai, perché scapperà all’inferno a dare una mano. Come ha sempre fatto.
Massimo Marnetto
Caso Durigon: Draghi smetta di tergiversare
È mai possibile che Draghi, a fronte di un movimento di opinione così forte, prenda ancora tempo per cacciare Durigon? Crediamo ancora che salirà al Quirinale? Se ciò avvenisse l’Italia diventerebbe la repubblica delle banane, ammesso non lo sia già.
Alberto Alvino
L’Italia è in fiamme e il governo è in ferie
Abbiamo un governo, un esercito regolare, un’aviazione con piloti addestrati, telefoni, satelliti che potrebbero svelare il minimo incendio, generali e colonnelli lautamente pagati e non si interviene in aiuto alla popolazione colpita dalle fiamme. Basterebbe ridurre di una unità gli F35 per avere una flotta capace di aiutare la gente che muore. Ma il governo dei migliori va in vacanza.
Biagio Stante
Il ritorno della Fornero sarebbe un serio errore
Sono stato il primo licenziato per “giusta causa” (vertenza vinta su tutti i gradi di giudizio), dopo l’avvento della sciagurata riforma concepita dalla Fornero. Rabbrividisco quando leggo che il capo di questi migliori si vuole avvalere ancora delle sue prestazioni. Alla luce di ciò mi sorge spontanea una domanda; ma secondo lei è il nostro paese che non è mai in grado di emanciparsi dai propri errori (vedi il migliore Durigon) o sono io che non vedo il meglio in queste azioni?
Catalano Piero
DIRITTO DI REPLICA
Mai come in queste settimane è facile vaccinarsi in Veneto, anche il giorno stesso della richiesta, grazie all’ampia disponibilità di vaccini e all’accesso libero garantito dalla Regione del Veneto per i giovani di età compresa tra i 12 ed i 25 anni e per tutti gli over 60. E nemmeno la lettera da voi pubblicata il 13 agosto (“Il Veneto di Zaia: Macché eccellenza. Per il vaccino servono mesi di attesa”), nonostante il titolo, può minimamente mettere in discussione l’efficacia della campagna vaccinale. Il percorso complesso raccontato dalla vostra lettrice, infatti, nasce dalla richiesta di una visita specialistica per la collaboratrice familiare che accudisce un parente stretto, con il fine di rassicurare alla stessa il rispetto della somministrazione del vaccino, già prenotato. A fronte del primo sollecito, l’Azienda sanitaria ha contattato la vostra lettrice e, stando a quanto riferito, ha appurato che l’interessata non presentava fattori di rischio. Fissata comunque la visita specialistica, anticipata poi alla fine di agosto, l’Azienda sanitaria non ha mai potuto parlare direttamente con la collaboratrice. Se fosse stato loro consentito, i sanitari avrebbero spiegato alla diretta interessata che ogni valutazione viene fatta durante la visita prevaccinale, che consente di evidenziare eventuali controindicazioni; e l’avrebbe ulteriormente rassicurata confermando che le era destinato un vaccino a mRNA, privo di profili di rischio tra quelli probabilmente paventati dalla collaboratrice. È evidente che l’iter descritto è stato condizionato dalle difficoltà di comunicazione con la collaboratrice e ha ben poco a che fare con la campagna vaccinale in corso in Veneto, dove a oggi 5.910.825 cittadini hanno già ricevuto almeno una dose e 2.844.186 sono i cicli vaccinali completati.
Ussl 3 Serenissima
Con riferimento all’articolo pubblicato il 14 agosto in relazione al Notiziario del Cnel sulla situazione della contrattazione collettiva scaduta, osserviamo come il report sia redatto sulla base del numero dei contratti collettivi censiti – includendo per il comparto del credito anche quelli ulteriori rispetto ai circa 280.000 destinatari del contratto collettivo nazionale di lavoro Abi, ad esempio autorità e altri – e non tenga conto del numero dei dipendenti di riferimento. ABI insieme a FABI, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin ha sottoscritto il 19 dicembre 2019 il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari tuttora vigente e relativo a larghissima parte dei dipendenti delle banche. Si tratta di un rinnovo contrattuale che ha confermato la positività delle relazioni sindacali nel nostro settore e la capacità delle Parti sociali di costruire importanti e innovativi strumenti per consentire a lavoratori e imprese di affrontare i cambiamenti di un mercato altamente competitivo.
Giovanni Sabatini, Direttore Generale Abi
Grazie per la precisazione, sebbene né l’articolo né il citato bollettino del Cnel contengano alcun riferimento al contratto dell’Abi.
Rob. Rot.