Nessuno vuole correre per le elezioni suppletive alla Camera nel collegio di Primavalle, a Roma, tra gli ex giallorosa: i Cinque Stelle non hanno un candidato e il Pd brancola nel buio. Venerdì sera, alla vigilia di Ferragosto, è partito un giro di telefonate tra i vertici del Nazareno e Goffredo Bettini e alcuni dirigenti e parlamentari romani per cercare di capire come risolvere la questione. Un ennesimo rompicapo: il seggio lasciato libero da Emanuela Del Re, eletta nelle liste dei Cinque Stelle, ora rappresentante permanente dell’Ue per il Sahel, è considerato perdente già in partenza. Dunque, i dem non pensano di bruciare un big, ma di trovare una figura di secondo piano. Questo sempre che le cose non si complichino ulteriormente. E la complicazione ha già un nome e un cognome: il candidato Luca Palamara, ex presidente dell’Anm, radiato dalla magistratura, dopo che le sue chat hanno rivelato il sistema di relazioni, oltre che di favori e scambi con il mondo politico-istituzionale, da lui gestito. Perché in questi giorni sono in corso sondaggi e contatti da parte di esponenti del sottobosco del mondo politico del centrodestra che fanno capire che Palamara sarà con ogni probabilità appoggiato dal centrodestra stesso. Creando a quel punto un’altra battaglia elettorale con una temperatura politica piuttosto accesa. A quel punto, il Pd potrebbe essere costretto a cercare un nome più riconoscibile. Per ora, la decisione è stata rimandata a dopo Ferragosto. Ma il tempo stringe: il nome va presentato a fine mese, le liste ai primi di settembre.
Sempre per restare in tema di elezioni, in particolare quella per il sindaco della Capitale, c’è un grande lavorio nel Pd. L’assunto di partenza è che, essendo Roberto Gualtieri fermo al 24% circa, bisogna costruirgli attorno una serie di liste d’appoggio, che coprano da destra a sinistra. Dunque, la lista della Sinistra civica ecologista sponsorizzata da Roberto Speranza, Massimiliano Smeriglio, Nicola Fratoianni, Loredana De Petris, che può arrivare a un 4% posizionandosi come seconda forza della coalizione. Slogan di riferimento a Roma “Facciamo la Rivoluzione di ottobre”, composta soprattutto da attivisti sociali provenienti da esperienze di autogestione e vertenze (tra cui, la Strada, Spartaco, Spin time). Poi la civica moderata, che può portare dal 2 al 3%, incardinata sugli ex uomini di Alfio Marchini. E ancora Demos, Sant’Egidio e i Verdi che possono prendere tra l’1 e il 2%. Poi, Roma Futura di Caudo e i Socialisti (dallo 0,3 all’1%). Liste che rischiano anche di non eleggere nessuno (serve l’1,6% per un consigliere comunale e quasi il 3% per uno municipale) ma che servono a portare voti e consensi per mandare Gualtieri al ballottaggio.