È uno dei maggiori ma anche dei più strani “furti” di criptovalute mai registrati, quello accaduto l’altroieri, martedì 10 agosto, sulla piattaforma di finanza decentralizzata Poly Network. Alcuni hacker hanno sottratto dai portafogli (wallet) dei clienti criptovalute per un valore di oltre 520 milioni di euro, trasferendole su tre indirizzi della blockchain, la rete di dati sulla quale vengono realizzate le transazioni cripto. Gli aggressori poi però sono stati identificati e hanno fatto una parziale, repentina marcia indietro: secondo i dati raccolti alle 17 di ieri erano stati restituiti cripto per circa 220 milioni.
Quando gli hacker hanno rubato i fondi, hanno iniziato a inviarli a vari altri indirizzi online. Secondo la società di sicurezza SlowMist, criptovalute per un valore totale di oltre 520 milioni di euro sono state trasferite illegittimamente a tre indirizzi web. L’attacco degli hacker è stato realizzato sfruttando una vulnerabilità di Poly Network, una piattaforma finanziaria di scambio di criptovalute crosschain, che permette cioè di connettere tra loro blockchain diverse in modo che possano lavorare insieme. Ogni criptovaluta ha la propria blockchain, anche se molte utilizzano quella di Ethereum: si tratta di reti diverse l’una dall’altra che non comunicano tra loro. Poly Network afferma di essere in grado di mettere in comunicazione queste varie blockchain. Ma Poly Network non si è persa d’animo e ha subito svelato su Twitter ai propri clienti l’attacco, chiedendo agli hacker di “restituire gli asset” rubati “a migliaia di utenti della comunità”. SlowMist ha poi dichiarato di aver identificato le caselle di posta e l’indirizzo Ip dei computer e dunque le “impronte digitali” degli aggressori. Secondo la società di sicurezza il furto è “stato un attacco pianificato, organizzato e preparato a lungo”. Poly ha così reso noti gli indirizzi sui quali erano confluite le criptovalute rubate, chiedendo a tutti gli utenti di non accettare alcun pagamento da quegli indirizzi e a inserirli sulla “lista nera”. Dopo questa segnalazione, i fondi hanno cominciato a essere restituiti. L’aggressione dimostra che le crosschain sono molto vulnerabili. A luglio la crosschain Thorchain ha subito due attacchi in due settimane. A maggio tocò a Rari Capital, altra crosschain, che perse 9,35 milioni. Da inizio anno fino a luglio, gli hackeraggi a reti di finanza decentralizzata (DeFi) hanno sottratto oltre 300 milioni, il quadruplo dell’intero 2020.