Enrico Deaglio, scrittore agile nel legare e narrare insieme situazioni nuove rispetto al passato e diverse rispetto al già accaduto, nel suo ultimo libro ha dato alla vicenda dell’assalto americano al Campidoglio l’attenzione e – forse – i dettagli che mancavano.
Ricordiamo tutti che cosa è successo quando, su esortazione rabbiosa del candidato presidenziale sconfitto Donald Trump, una folla (quanti non lo sapremo mai) ha invaso senza ostacoli, e come se ci fosse preparazione, il palazzo legislativo degli Stati Uniti. Lo ha occupato, vandalizzato e tenuto in possesso per ore, senza alcun intervento di polizia o guardia nazionale. L’occupazione del Campidoglio di cui ci parla Deaglio è avvenuta in modo misterioso (diciamo non chiaro e non spiegato), con una grande forza evidente, ed è finita quasi in silenzio, senza scontri e senza alcun ricorso alla violenza.
Chi ha voluto fare che cosa, a beneficio o in odio contro chi? Non risultano commissioni di inchiesta né investigatori addetti alla vicenda. E allora ad Enrico Deaglio, giornalista accorto e buon conoscitore della vita americana, non è rimasto che inventariare una serie di fatti che non sono i primi ma i più noti della vicenda e (si può scommettere) non sono e non saranno gli ultimi.
Deaglio ricorda due precedenti esemplari di violenza dell’America sull’America, pochissimo discussi Oltreoceano ma con una cifra totale di vittime molto più grande degli attacchi terroristici subiti dagli Usa. Deaglio ricorda che prima del Campidoglio c’era stata la devastante esplosione degli Uffici Federali (Palazzo del governo) di Oklahoma City (86 morti); e prima di Oklahoma City c’era stata l’esplosione di Waco, una chiesa-fortino piena di armi, guidata dal pastore David Koresh, morto nello scontro.
Sono episodi di una strana guerra iniziata negli Usa tanto tempo fa. Un conflitto ancora in corso, benché non si conoscono tempi, espedienti, sequenza, provocazioni. Deaglio ha capito che l’invasione del Campidoglio – casualmente senza vittime e perciò ingiustamente declassata – faceva parte di una catena ribellistica di cui non sappiamo niente e di cui un occasionale Trump può essere solo un detonatore. Deaglio si è anche accorto che due Americhe si fronteggiano: una ama l’altra perché è la Patria. L’altra la odia perché soffoca Costituzione e libertà. Si riferisce alla progressiva marcia delle leggi sempre più liberal: quelle norme che allargano, di mossa in mossa, la stretta di leggi e traduzioni con cui la giovane ansiosissima America aveva creduto di proteggersi nei suoi anni iniziali, prima dell’abbattimento della schiavitù.
Come avete capito il libro di Deaglio, che sembra un agile racconto di eventi appena accaduti, è un breve manuale di storia americana contemporanea. E come tale va letto.