Il premier Mario Draghi venerdì si è vantato: “Non voglio celebrare successi, però va detto che l’Italia ha inoculato più dosi per 100 abitanti rispetto a Francia, Germania e Stati Uniti. Occorre che questo sforzo continui”. Ma non sono tutte rose e fiori e nel conteggio pesano come un macigno i dati relativi al personale scolastico, con il conto alla rovescia per il ritorno settembrino sui banchi (altro servizio in pagina), e agli over 50, perché quasi quattro milioni e mezzo di persone della fascia di popolazione in questo momento più a rischio non hanno avuto ancora una dose.
Come riportato dalla fondazione Gimbe, infatti, a fronte di una variante Delta ormai prevalente, oltre 2,7 milioni di over 60 non hanno ancora completato il ciclo vaccinale. In dettaglio: 1,98 milioni (11%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose con rilevanti differenze regionali (dal 19% della Sicilia al 6,2% della Puglia) e 0,77 milioni (4,3%) devono completare il ciclo con la seconda dose. Questi dati sono relativi alla settimana dal 28 luglio 2021 al 3 agosto 2021 e confermano l’esitazione vaccinale in questa fascia anagrafica con la macchina del generale Francesco Paolo Figliuolo in evidente difficoltà, e non solo: il trend di somministrazione delle prime dosi vede una flessione anche in tutte le altre classi d’età superiori ai 30 anni.
Se la platea di riferimento si estende a partire dagli over 50 sono oltre 4,4 milioni gli italiani che non hanno fatto neanche una dose di vaccino. Sono 71.071.465 le dosi al momento complessivamente inoculate in Italia, con un incremento nell’ultima settimana di 3.316.075.
Nello specifico: sono 2.257.514 della fascia 50-60 anni che non si sono ancora sottoposti alla prima dose del vaccino anti-Covid, pari al 23,39%. Nella fascia 60-70 quelli a cui non è ancora stata inoculato il vaccino sono 1.212.413, pari al 16,05%. Sono senza prima dose inoltre 657.727 (10,93%) nella fascia 70-80 e 298.591 (6,56%) over 80.
Invece sono quasi un milione gli under 19 già vaccinati contro il Covid e nella fascia 16-19 anni uno su due ha fatto la prima dose. I numeri dicono che è vaccinato il 32,43% dei ragazzi tra 16 e 19 anni, 753.068 su 2.322.000. Più della metà, il 54,27% ha fatto la prima dose (1.196.119) o la dose unica (63.950) e poco più di un milione (1.061.931) non ha fatto neanche una dose (45,73%). Nella fascia 12-15 i vaccinati sono il 9,02%, 207.850 su 2.305.514, la prima o unica dose l’hanno fatta in 533.034 (23,12%) e 1.772.480 (il 76,88%) sono in attesa di prima dose. A ogni modo i quattro milioni e mezzo di over 50 senza alcuna dose cominciano a preoccupare e per questo lo stesso Draghi ha esortato: “Vaccinatevi e rispettate le regole”. E l’Istituto superiore di sanità ha aggiornato le Faq sul sito per rispondere alle fake news che circolano in Rete, da “i vaccini causano il contagio” a “d’estate non serve vaccinarsi”. Gli effetti collaterali dei vaccini, ripete l’Iss, sono estremamente rari, tanto che il rapporto fra benefici e rischi è a favore dei primi. E soprattutto “i dati provenienti dai Paesi con una campagna vaccinale avanzata, Italia compresa, hanno dimostrato che il vaccino protegge dalle conseguenze peggiori della malattia, dal ricovero al decesso, oltre 9 persone ogni 10 vaccinate” e “riduce la capacità di infettare”.
Intanto dagli Stati Uniti giunge l’allarme Covid-19 per i bambini. I casi causati dalla variante Delta tra i più piccoli stanno montando come mai prima: in una sola settimana, dal 22 al 29 luglio, sono saliti dell’85%, raggiungendo quota 71.726. Lo denuncia la Accademia dei pediatri americani, che ha sollecitato formalmente la Food and Drug Administration (Fda) ad approvare in fretta un vaccino anti Covid-19 per i bambini al di sotto di 12 anni di età .