Le vacanze sono finite. Lunedì riaprono le scuole in due Länder e questo fine settimana è ripartita anche la campagna elettorale. Ieri mattina Annalena Baerbock, candidata alla cancelleria per i Verdi, ha presentato un’integrazione al suo programma.
Tema principale, la scuola: digitalizzazione, lotta alle discriminazioni, ma soprattutto investimenti. Se i banchi con le rotelle sono stati, e sono, uno dei tormentoni italiani, in Germania ci sono i filtri dell’aria. Ogni aula dovrebbe essere dotata di un sistema di ventilazione che permetta di bloccare il virus.
L’investimento richiesto è di oltre un miliardo di euro, i fondi stanziati dal governo federale appena 200 milioni. Alcuni Länder hanno iniziato ad acquistare in autonomia, ma la polemica è servita. Intanto gli studenti torneranno in classe con la mascherina. Il quotidiano Zeit ha interpellato tutti e 16 i ministri dell’educazione dei Länder tedeschi. La preoccupazione è alta. I minori di 12 anni sono la fascia della popolazione più esposta al contagio, per loro non c’è ancora un programma di vaccinazione, se non in Sassonia.
I sondaggi fotografano i conservatori dalla Cdu avanti di quattro/cinque punti rispetto ai Verdi, ma la distanza si riduce. Prima le alluvioni al confine con il Belgio e poi la grande esplosione nello stabilimento chimico di Leverkusen sembrano aver dato un nuovo slancio alla Baerbock. Quando tutto l’ovest del Paese era sconvolto dalle precipitazioni Angela Merkel era negli Stati Uniti. Tutti i candidati erano in vacanza. Il primo ad arrivare nelle zone alluvionate è stato il delfino della cancelliera, Armin Laschet. Non è però riuscito a sfruttare il palcoscenico, anzi. Le immagini che i tedeschi ricorderanno lo ritraggono mentre ride subito dopo aver visitato le zone devastate. La strategia di Laschet è presentarsi come il moderato che non entra in contrasto con nessuno. Senza richieste troppo dure, sempre pronto a mediare. L’idea di continuità con Merkel è palese, ma forse non sufficiente per vincere.
Ieri il settimanale Die Spiegel lo etichettava come il candidato della “vaghezza radicale”. La forza di Laschet è messa in discussione anche dal Makus Söder, governatore della Baviera e leader della Unione Cristiano sociale (Csu). Il bavarese ha partecipato, perdendo, alle primarie dei conservatori. È considerato un uomo di carisma, ma la Csu è la sorella minore della Cdu. Quindi al partito hanno ritenuto automatica la candidatura alla cancelleria per Laschet.
Söder aveva incassato il colpo e si era messo a disposizione, aspettandosi un ministero di peso con il nuovo governo. Negli ultimi giorni qualcosa sembra essere cambiato. Terreno di scontro la gestione della pandemia. La Germania ha raggiunto la soglia del 50% di cittadini immunizzati, mentre 51 milioni di persone (circa 61% della popolazione) hanno ricevuto almeno una dose. Nelle ultime settimane la velocità delle somministrazioni è però calata bruscamente.
Un cittadino su tre non ha intenzione di vaccinarsi prima dell’inverno. Armin Laschet ha detto al quotidiano Bild che i “testati, immunizzati e vaccinati” devono essere liberi di viaggiare e avere una vita sociale senza restrizioni. I governatori dei Länder non sono dello stesso avviso. I cittadini che rimandano il vaccino utilizzano i test quotidiani gratuiti per continuare a posporre la prima dose. Söder ha proposto che i non vaccinati paghino per i loro test: “Se non vuoi vaccinarti non puoi sottrarti alle conseguenze”.
Fino a ieri per entrare nel Paese in auto non ci voleva un test negativo, obbligo che il governo voleva imporre solo dal primo settembre. “È uno scherzo – aveva commentato il governatore bavarese – la vacanze sarebbero già finite”. Il governo ha rivisto le proprie decisioni e oggi per chi arriva in auto ci sono controlli alla frontiera.