Gentile redazione, i due tennisti italiani Matteo Berrettini e Jannick Sinner, per un motivo o per altro, non vanno alle Olimpiadi di Tokyo. Ma secondo il mio modesto parere, per potere partecipare alle Olimpiadi da italiani si dovrebbe avere pure la residenza in Italia, non a Montecarlo. Vorrei fare il tifo per un italiano che paga le tasse come me in Italia.
Martino
Gentile Martino, nelle sue parole leggo indignazione e pregiudizio, moralismo e neo-nazionalismo, sentimenti dettati dalla sacrosanta denuncia dei privilegi di pochi e dal ritenere che lo Stato sia latitante (se non complice), rispetto alle crescenti e insopportabili diseguaglianze economiche e sociali. Il campione amato dalle folle, osannato dai media e arricchito da ingaggi stellari, premi e sponsorizzazioni, incarna la figura del cittadino sleale che dallo Stato pretende diritti senza accettarne i doveri (a cominciare dalle tasse). Nel Web malumore e rabbia contro gli idoli dello sport (come dello spettacolo) alimentano una sorta di peronismo etico in cui si addita al pubblico ludibrio chi si rifugia nei paradisi fiscali per non pagare in patria il dovuto e chi sfugge all’onore (e, per alcuni, all’onere) di partecipare ai Giochi olimpici. Per esempio, a un torneo di tennis che non distribuisce milioni di dollari. Sospetto che avvelena la Rete. Berrettini ha dato forfait per motivi medici. Ma pochi gli credono. Sinner, almeno, ha detto che le Olimpiadi non rientrano nei suoi programmi. Quanto alla residenza, è un falso problema. Nessuno la contesta a Jorginho, italiano per via del nonno (o bisnonno), residente a Londra. Ha vinto l’Europeo ed è uno degli eroi di questa estate. Ha indossato con orgoglio la maglia azzurra. Non credo paghi le tasse da noi. Lo fa in Inghilterra, dove sono più basse. Ma legalmente. Non per questo, non merita il nostro tifo. Tuttavia, bisogna essere prudenti con certi ragionamenti che evocano toni demagogici. E che possono sconfinare dalle tasse al colore della pelle, al luogo di nascita, all’inginocchiamento contro le discriminazioni. Le residenze nei paradisi fiscali vanno verificate ed eventualmente sanzionate dallo Stato. Non ci si deve confondere con lo Stato. Possiamo criticarlo, invocare più giustizia. Siamo tartassati, in Italia, pure da pensionati, posso confermarlo. Il che non mi impedisce di tifare per chi indossa la maglia azzurra, a prescindere dalla residenza. Se poi ha eluso, evaso o peggio, avrà il mio disprezzo.
Leonardo Coen