Proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre, modifica dei parametri per il cambio di zona delle Regioni (vale il tasso di ospedalizzazione e non il numero dei contagi), estensione dell’obbligo del Green pass. Secondo l’assunto che “l’economia va bene, ma davanti alla variante Delta dobbiamo reagire”, Mario Draghi sceglie di mettere la faccia sul decreto che rende il vaccino obbligatorio di fatto, approvato ieri pomeriggio dal Cdm. “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire”, dice in una conferenza stampa con i ministri Roberto Speranza (Salute) e Marta Cartabia (Giustizia) convocata da una parte per annunciare la fiducia sulla riforma della Giustizia, dall’altra per chiarire che “il green pass è la condizione per tenere aperte le attività economiche”. Il riferimento non casuale dell’affondo è a Matteo Salvini, che in questi giorni ha parlato di inutilità dei vaccini per gli under 40 e ha cercato fino all’ultimo di limitare l’uso del certificato. Ma dopo settimane alla ricerca di una quadra e giornate di mediazione, il premier è andato diritto all’obiettivo. Soddisfatto anche il rigorista Speranza, che pure avrebbe voluto di più.
Va detto che le questioni più spinose, con conflitto aperto tra rigoristi e non, vengono rimandate: l’obbligo del green pass per scuola, trasporto e lavoro (nonostante la richiesta di Confindustria). Dei primi due settori, il governo si occuperà nelle prossime due settimane, il lavoro richiederà ulteriori approfondimenti. Alla Salute si dicono praticamente certi che per la scuola verrà introdotto l’obbligo vaccinale e che il pass da metà settembre sarà obbligatorio anche per salire sui trasporti pubblici, almeno quelli a lunga percorrenza.
Intanto, in Cdm la discussione va abbastanza liscia. La tensione è tutta sulla giustizia, ma le ultime mediazioni avvengono nella cabina di regia.
La Lega, rappresentata da Massimo Garavaglia (Turismo), protesta sulla proroga dello stato di emergenza. Un intervento più di forma che di sostanza però: tra il premier e Salvini c’era già stato un accordo di massima (sì alla proroga, ma garanzia di non richiudere). Certo, lo stato di emergenza arriva al 31 dicembre e non al 31 ottobre: ma nessuno fa le barricate, come ai tempi del governo gialloverde.
Dal 6 agosto, dunque, il Green pass sarà valido per chi abbia avuto almeno una dose di vaccino (ma dovrà fare la seconda nei tempi previsti), abbia fatto un tampone negativo nelle 48 ore precedenti o sia guarito dal Covid nei sei mesi precedenti. L’obbligo varrà per tutti i vaccinabili: dunque dai 12 anni in su.
L’illustrazione dell’estensione dell’obbligo del certificato spetta al ministro della Salute, Roberto Speranza: “Noi abbiamo usato questo certificato per alcune fattispecie particolari: matrimoni, entrare in Rsa e visitare un caro”. E poi ne annuncia l’estensione alla ristorazione svolta da qualsiasi esercizio al chiuso, gli spettacoli aperti al pubblico, le competizioni sportivi, i musei, le piscine e i centri benessere, le fiere, le sagre, i convegni e i congressi, i centri termali, i parchi tematici e di divertimento, i centri culturali, i centri sociali e ricreativi, le attività di sale gioco, sale bingo e sale scommesse, casinò e le procedure concorsuali.
Nella cabina di regia era stato Garavaglia a lamentarsi per la chiusura delle discoteche. “C’è accordo pieno a risarcirle”, chiarisce Draghi. La Lega ci tiene a rivendicare qualche bandierina, come la possibilità di assistere agli eventi sportivi con il 50% della capienza. E il muro sui trasporti. Sempre la Lega avrebbe voluto rimandare l’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass tra un mese. Alla fine ha ottenuto pochi giorni. Mentre è Stefano Patuanelli, M5S (Agricoltura) a chiedere tamponi gratuiti per under 18 e calmierati per quelli che non possono vaccinarsi (che poi il decreto prevede).
Per capire davvero, quello che cambierà per locali ed eventi (dalla capienza consentita in poi) bisognerà aspettare i protocolli: a questo servono anche le prossime due settimane di tempo. Intanto, ci sono le multe: da 400 a 1.000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Con la violazione ripetuta per 3 volte, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni.
E poi, c’è la questione dei parametri. Il limite tra la zona bianca e la zona gialla sarà stabilito dalla percentuale di occupazione dei posti letto disponibili. L’indicazione della cabina di regia è fissare il limite al 10% per le terapie intensive e al 15% per i reparti ordinari. Speranza avrebbe voluto il 5% e il 10%. Le Regioni e la Lega avevano chiesto il 20% di terapie intensive, il Cts aveva dato orientamento per una soglia del 5%. Per passare in zona arancione le soglie sono state fissate al 20% di occupazione dei posti disponibili per le terapie intensive e al 30% per le aree mediche. Si entrerà in zona rossa quando le terapie intensive saranno piene più del 30% e i reparti ordinari più del 40%.